Dopo teatro con Ottavia Piccolo
Quando assisiti a uno spettacolo che ti lascia pieno di domande vuol dire che hai fatto bene ad andare a teatro. Se poi, dopo la recita, hai la possibilità di trascorrere del tempo con una dei protagonisti, beh, allora puoi dire di aver passato una grande serata. È quello che è successo ad alcuni di noi con lo spettacolo “Eichmann. Dove inizia la notte” e con Ottavia Piccolo, una delle migliori artiste della scena italiana.
Sul palco Ottavia Piccolo è Anna Arendt, la famosa filosofa e politologa di origine ebraica autrice de “La banalità del male”, in un incontro immaginario con Adolf Eichman, il gerarca nazista ideatore della soluzione finale, cioè dello sterminio, degli ebrei, interpretato da Paolo Pierobon. La regia è di Stefano Massini. Un duello verbale sul quale aleggia la domanda delle domande: per fare del male si deve essere dei mostri, o chiunque di noi può diventare strumento dell’orrore? Il libero arbitrio, la capacità e il coraggio di scegliere, ci possono salvare dal nostro lato oscuro, dalle nostre vigliaccherie e piccinerie opportunistiche?
Gli stessi temi sono riafforati nel dopo teatro, quando siamo andati a cena con Ottavia Piccolo, che è da tempo amica dei Lions e voce narrante del “Libro Parlato”. Argomenti tornati con prepotenza di attualità a causa dell’attacco della Russia all’Ucraina. Organizzatore dell’incontro è stato Marino Sartori, del Lions Club Isola d’Elba, che ha riunito il Livorno Porto Mediceo e Livorno Host.
Fin da piccola sulle scene, Ottavia Piccolo ha mantenuto la semplicità dei grandi, che non hanno bisogno di ostentare bravura e successo. Ha risposto a tutte le nostre domande, ci ha invitato a farne, ha riso e riflettuto insieme a noi. Interessantissimo è stato lo scambio di opinioni fra la Piccolo e il nostro socio Vittorio Messori, presidente della comunità ebraica, che ha aggiunto profondi spunti di riflessione.
A fine serata il presidente del Porto Mediceo Roberto Duranti e quello di Host Leonardo Giorgi hanno consegnato a Ottavia Piccolo un mazzo di fiori giallo e blu: i colori del Lions, ma che in questi giorni sono più noti per essere i colori dell’Ucraina. E poi un’altra suggestiva e fosca coincidenza: Anna Arendt era cresciuta in quella che era Konisgberg e oggi si chiama Kaliningrad. Un altro giro della Storia.